22 novembre 2012

Cristalli: falsi e... falsi d'autore!


Un saluto a tutti voi lettori. E' già da diverso tempo che pensavo di scrivere riguardo a tale argomento e adesso è arrivato il momento adatto. Questo mio post nasce dalla constatazione del fatto che ormai sempre più spesso (direi anche troppo spesso) vengono "spacciate" in negozi e fiere pietre e cristalli che in effetti di pietra e cristallo hanno ben poco, se non addirittura niente. Questa situazione va soprattutto a scapito dei neofiti, ma non solo! Anche i più esperti possono incappare in alcuni tranelli. Di conseguenza, questo mio breve post, si pone come obiettivo quello di creare un po' più di chiarezza in merito all'argomento.

Tengo a precisare che ciò che segue è per lo più frutto di esperienze e considerazioni personali, e che come tali possono essere soggette a forme di errore.

Come da titolo vorrei prendere in considerazione due categorie, che, con un filo d'ironia, chiamerò "falsi" e "falsi d'autore". Alla prima categoria appartengono tutte le pietre di plastica e di svariati materiali che vengono spacciate per vere; la seconda categoria merita invece un discorso a parte, poichè l'argomento risulta essere un po' più delicato.

-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- 

Cominciamo allora la nostra carrellata di pietre partendo dai "falsi". Queste imitazioni non hanno generalmente nessun valore a livello energetico. Possono però essere ovviamente utilizzate a scopo ornamentale, quindi non buttatele via!


Una delle classiche patacche che viene rifilata al neofita è la Pietra del Sole, a volte nota anche come Eliolite. Il falso (sulla destra) è costituito da una matrice rosso mattone quasi completamente ricoperta da minuscoli brillantini. La vera pietra si presenta piuttosto con un bel colore aranciato, con visibili venature bianco-trasparenti e la sua brillantezza non è certamente così evidente.

Una delle pietre certamente più imitate è il Turchese, pietra dallo stupendo colore vibrante e dalle proprietà energetiche straordinarie. Il problema in questo caso è che le imitazioni sono davvero tante e costituite da tantissimi materiali. Per questo motivo alcune sono di facile riconoscimento, mentre altre possono trarre in inganno anche i più esperti. Per lo più i finti turchesi vengono realizzati con Howliti o Magnesiti, le quali vengono tinte con del colorante azzurro. La prima differenza che si nota è proprio legata al colore che nelle imitazioni risulta sin dal primo impatto abbastanza innaturale: il Turchese vero (sulla sinistra) ha un colore che varia dal verde-acqua all'azzurro; i falsi spesso si presentano con colore blu elettrico o azzurro pallido. Una seconda differenza è legata alle venature che nel turchese originale si presentano argentate e ben evidenti (in molti casi anche profonde), mentre nelle Howliti e nelle Magnesiti queste sono superficiali, grigioline e poco visibili. Tali pietre colorate chimicamente, sottoposte a questo grande stress, tendono a perdere la loro capacità energetica.
Un'altra strana moda degli ultimi tempi è quella di far venir fuori dal nulla Ossidiane dai colori e dalle consistenze alquanto dubbie. Si parla di Ossidiana Nobile e in merito all'argomento i cristalloterapeuti e gli esperti di mineralogia si dividono: c'è chi sostiene che siano tipologie di vetro vulcanico scoperte recentemente, e d'altro lato c'è chi ritiene che si tratti semplicemente di plastica. A mio modesto parere credo che queste ossidiane rosse, verdi e blu siano molto verosimilmente resine vetrose sintetizzate in laboratorio e che di naturale abbiano ben poco. Tuttavia non ho mai avuto modo di sperimentare se abbiano o meno proprietà di tipo energetico. Lascio a voi il gusto della scoperta!



Può risultare invece assolutamente complesso distinguere la vera Ambra fossile (sulla sinistra) dalla sua imitazione (sulla destra): essendo una resina ha una consistenza quasi plasticosa ed il suo peso è davvero limitato. Queste caratteristiche, in aggiunta alla sua semi-trasparenza, la rendono una pietra perfetta per essere taroccata. Le imitazioni sono spesso davvero ben fatte e distinguerle a occhio nudo e senza particolari metodi è nei casi più rari quasi impossibile. In teoria sarebbe sufficiente bruciarne un pezzetto (essendo una resina dovrebbe avere un odore piacevole, mentre trattandosi di plastica dovrebbe puzzare) ma sacrificare così la pietra non è proprio il caso! La soluzione migliore è quindi quella di munirsi di una piccola lucina a raggi UV e puntarla sull'oggetto in questione: l'ambra originale presenta fluorescenza, mentre le imitazioni solitamente no.


Vorrei dedicare una piccola parentesi all'interno di questa categoria alle fette d'Agata, le quali spessissimo vengono colorate artificialmente. I colori naturali dell'agata sono sui toni del grigio, del marrone, del verde scuro, del beige, del bianco, dell'arancio e, solamente nel caso dell'Agata dal Pizzo Blu, azzurro. Tutte le restanti colorazioni, quali blu elettrico, rosa fluo, viola e chi più ne ha più ne metta, sono assolutamente artificiali. Come scrivevo sopra, purtroppo questi trattamenti sono parecchio invasivi per il cristallo e ne annullano le proprietà energetiche.


-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- 

 Possiamo adesso passare alla seconda categoria, quelli che amo chiamare i "falsi d'autore". Ho scelto questo nome prendendo in esame la caratteristica comune che hanno tutti quelli appartenenti a questo gruppo: a differenza dei precedenti, in questo caso si tratta si di cristalli veri e naturali, i quali sono stati però oggetto di manipolazione artificiale da parte dell'uomo. Come accennavo prima l'argomento si fa abbastanza delicato e soggettivo poiché sorge spontaneo chiedersi se l'intervento dell'uomo possa peggiorare piuttosto che migliorare le caratteristiche energetiche di una pietra.


Tra le varie manipolazioni esterne che vengono effettuate sui cristalli troviamo al primo posto la scaldatura: riscaldando la pietra spesso si ha una variazione del colore. E' una pratica abbastanza comune spesso utilizzata per ravvivare il colore delle pietre preziose. Si tratta comunque di un intervento poco invasivo e le peculiarità energetiche del cristallo non ne risentono particolarmente. Un esempio tra i più comuni è dato dal Quarzo Citrino: il più diffuso in assoluto (ovvero quello che generalmente si trova in commercio nei negozi) è il cosiddetto Citrino Madera (a destra) e si tratta in buona sostanza di Ametista scaldata. Questa variazione nel colore è dovuta al fatto che ad alte temperature si ha una variazione dello stato di ossidazione del ferro, e si ottiene quindi un cristallo dal colore giallo-arancio molto vivo. Il Citrino naturale (a sinistra) invece subisce un processo di riscaldamento graduale in condizioni di pressione differente; il colorito che assume un quarzo di tale tipologia è bruno-dorato. Nonostante siano entrambi validissimi nella cristalloterapia, presentano a mio avviso prorietà energetiche parecchio differenti tra loro.



La scaldatura in realtà non viene utilizzata soltanto per far cambiare il colore alla pietra: può essere utilizzata in un modo differente per far variare aspetto esteriore al cristallo stesso, e i Quarzi Crack (Crackle Quartz) ne sono un esempio (sulla destra). Si prende un qualsiasi quarzo (generalmente ialino o rosa) e lo si porta ad alte temperature, per poi raffreddarlo bruscamente in acqua fredda. Questo sbalzo termico fa si che internamente si formino numerose microfratture dando alla pietra un aspetto più brillante. Ora, dal mio punto di vista il discorso è il seguente: ho avuto modo di entrare in contatto con una pietra del genere poiché quando ero agli inizi ne ho acquistata una per la sua "particolarità estetica" ed effettivamente l'energia veicolata è differente rispetto a quella del cristallo originale; però sinceramente se potessi tornare indietro non la comprerei nuovamente. I cristalli lavorano già di loro alla grande da un punto di vista energetico e ognuno ha la sua funzione. Di conseguenza, perchè traumatizzare così un cristallo per farlo assomigliare a qualcos'altro? Questo tipo di trattamento è assolutamente invasivo e traumatico (tant'è che si creano delle microlesioni) perciò a mio avviso e meglio preferire un cristallo intatto che uno volutamente spaccato.



 Un'altra tecnica spesso utilizzata per far cambiare aspetto ad un cristallo è l'esposizione ai raggi gamma o ai raggi X. Irradiando un cristallo di rocca con raggi gamma otteniamo un'affumicatura che può arrivare al nero profondo: si parla di Quarzo Morione. Tale quarzo in natura esiste ma è comunque piuttosto raro; ad oggi se ne trovano una marea di esemplari, quasi tutti artificialmente modificati. Ora, distinguere le due tipologie in questo caso è difficilissimo se non impossibile: in teoria potrebbe succedere che in alcuni casi l'esposizione intensiva a tali raggi abbia danneggiato il reticolo cristallino della pietra rendendola facilmente scalfibile con un'unghia, ma purtroppo non è garantito che succeda. Entrambe le tipologie possono essere utilizzate a livello energetico, anche se sicuramente quella naturale presenterà un'energia più intensa e armonica.



In questi ultimi tempi va molto di moda l'infusione solida di un metallo all'interno di un cristallo di rocca, al fine di ottenere i Cristalli Aura. Il processo per ottenerli è il seguente: si pone il quarzo ialino in una camera ad altissima pressione e si vaporizza all'interno un metallo. In questo modo le particelle del metallo vanno a legarsi a quelle del cristallo in maniera stabile e definitiva. Ne esistono tantissime varietà come l'Aqua Aura (da sinistra) che utilizza l'oro, il Flame Aura (centro) che utilizza sia l'oro che il titanio e il Golden Aura (destra) che sfrutta il ferro e il titanio. Non avendo avuto mai modo di testare personalmente questi cristalli non posso dire nulla in merito alle loro proprietà energetiche, però a pelle un po' di scettico lo sono.


 Come ultima tipologia all'interno dei nostri "falsi d'autore" troviamo le famose paste. Si tratta appunto di impasti di polveri e residui di pietra con collanti. Tra i più celebri troviamo l'Opalite (sinistra) e la Turchesite (centro). Non ho avuto modo di testare queste due, ma credo che siano degli strumenti utilizzabili in cristalloterapia, ma sicuramente meno potenti e "naturali" dei loro originali. Tra le paste meno note troviamo la Gaia Stone (destra), ricavata dalle ceneri vulcaniche del monte di St. Helens impastate con coloranti. Non sono mai entrato in contatto con tale pietra e perciò non mi sento di prendere una posizione.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento